Su Il sole 24 ore di ieri la notizia che le forniture di gas russo in Europa sono centellinate mentre vi è un boom di acquisti dalla Cina, a prezzi maggiorati rispetto a quelli Europei. Nel 2019 è stato reso operativo Power of Siberia, adesso si pensa ad un nuovo gasdotto Power of Siberia 2, che intaccherebbe le forniture europee. La follia delle rinnovabili europee sta provocando una crisi energetica visto che i prezzi del gas imposti dall’Europa sono spot, quando diversi analisti e la stessa giornalista Sissi Bellomo affermano che si devono fare contratti a lungo termine. La competizione del gas est ovest vedrà la perdita di centralità europea da parte della Russia che ha deciso investimenti per decine di miliardi di dollari verso la Cina, e di un futuro verso altri paesi asiatici, tra cui l’India. Osservando i dati delle vendite di gas da parte di Gazprom si capisce che l’Europa sarà entro il 2030 marginale e affronterà, più di adesso, una grave crisi energetica, con perdita di competitività da parte dei suoi apparati industriali. Già nel 2014 osservai che l’accordo sino russo da 400 miliardi di dollari per Power of Siberia andava a cozzare contro gli interessi europei. La crisi ucraina e l’allargamento ad est della Nato spingono sempre più la Russia a stringere ferree alleanze con la Cina. Chi giostra nei media e tra i politici per la rottura sino russa forse non ha compreso in pieno gli interessi anche commerciali della Russia nei confronti della Cina. Il colosso asiatico ormai mischia le carte e posizioni centenarie di dominio vengono a cadere. Anche questo è il segno che la storia sta volgendo verso est e noi saremo periferia, grazie alle decisioni europee.