Oggi l’Istat ha diffuso i dati della produzione delle costruzioni ad ottobre. Su base congiunturale vi è una crescita dell’0.8%, su base tendenziale del 10%. Complessivamente, nei primi dieci mesi di quest’anno le costruzioni sono cresciute del 25%. Il Cresme, centro studi dell’associazione dei costruttori, un mese fa ha calcolato che, su di una crescita complessiva del 6.1% del pil, le costruzioni contribuiscono per il 3.6%. La domanda estera netta, differenza tra export e import, sarebbe nulla, mentre i consumi privati contribuiscono per la restante parte assieme agli investimenti. Il segreto è il superbonus edilizio, varato lo scorso anno. C’è chi calcola che su di un mancato gettito fiscale di 18 miliardi vi è un effetto moltiplicatore pari a 3, circa 54 miliardi. Il superbonus è stato confermato anche per il 2022. Assieme alla spesa per le infrastrutture, l’edilizia farà la parte del leone anche il prossimo anno. Non si trova manodopera in questo settore, i ritmi sono massacranti e spesso ci sono infortuni mortali, come tre giorni fa a Torino. Ma c’è da dire che finalmente dopo 15 anni l’edilizia prende il suo posto nel Pil del Paese: protagonista nella Prima Repubblica, fu bistrattata nella Seconda anche per via della chiusura dei rubinetti da parte delle banche e dell’imposizione fiscale, vedi Imu. La casa è stata vista negli ultimi 30 anni come un bancomat per l’erario, un salasso che ha ucciso il settore degli immobili. Settore che quest’anno si prende la rivincita con le compravendite pari a +47%. Il primo amore degli italiani riprende il podio, corsi e ricorsi storici.