Su Il Sole 24 Ore di ieri c’era la notizia che il Governo ha acconsentito alle richieste di Federmacchine, l’associazione industriale dei produttori di macchine utensili, per prorogare i termini di scadenza di Industria 4.0, con contratti chiusi nel 2021, da giugno 2022 a dicembre 2022. Questo perché, data la carenza di componenti, chip e materie prime, i tempi di consegna si sono dilatati da 5 a 9 mesi. C’è da sottolineare in ogni caso che la stessa Federmacchine, così come Ucimu, dichiarano ufficialmente di avere un boom di ordini. Ma il problema è il mercato mondiale. Il problema più grande riguarda i contratti già chiusi e in maggior specie quelli piazzati sul mercato internazionale. Grandi forniture sulle quali i margini erano stati calcolati con i costi energetici di uno o due anni fa. Nel cuore della pandemia il prezzo dell’energia era sceso tantissimo Per cui i contratti chiusi con marginalità basate, di fatto, in buona parte su manodopera ed in parte know how, rischiano di andare in perdita già solo per l’energia. L’adeguamento prezzi sui mercati internazionali non è cosa semplicissima da ottenere, i rincari possono essere girati al cliente solo in parte. Sui contratti nuovi porranno costi aggiuntivi per l’energia ma si tratta di forniture future. Di qui la corsa disperata a cercare soluzioni. Sul mercato interno il Governo è venuto incontro agli industriali, su quello estero ancora una soluzione non c’è e rischiano di pagare penali. Ho già scritto in un precedente post che, a causa dei rincari energetici, gli industriali stanno cambiando turni e giorni : una volta sfondato il muro dei turni e dei weekend sarà facile aumentare i profitti a piacimento sulle spalle dei lavoratori quando la situazione si sarà calmata. Inoltre se il prezzo dell’energia dovesse scendere, il margine sui nuovi contratti crescerebbe automaticamente materializzando una doppia speculazione (sull’energia e sui lavoratori). Senza contare l’aiuto governativo, presente e prossimo, sui rincari energetici agli industriali. Una manna continua per loro.