GLI IMPRENDITORI ITALIANI, NONOSTANTE TUTTO, REGGONO

Due notizie oggi, una negativa, l’altra positiva. Iniziamo dalla prima: è vero, gennaio è sempre stato un mese difficile per il saldo commerciale italiano extra Ue, ma il dato uscito oggi dall’Istat è significativo. Vi è un deficit della bilancia commerciale pari a 4,2 miliardi di euro, il deficit energetico passa da 2 a 6 miliardi. E non era ancora scoppiata la guerra con i prezzi energetici alle stelle. Di questo passo forse ci mangiamo il surplus commerciale nel 2022, se le cose non dovessero migliorare. E’ dire però che le esportazioni a gennaio sono andate benissimo, +5,3% mese su mese e addirittura + 19% anno su anno, dopo aver superato nel 2021 il record del 2019. C’è una vivacità imprenditoriale che non viene fermata dal rincaro delle materia prime, dai costi energetici, dalle incertezze nazionali e mondiali. E’ come se fossero formiche che riescono a destreggiarsi nel mercato mondiale, anche grazie ad una classe lavoratrice preparata (gli stessi imprenditori dicono che sono tra i migliori al mondo). E’ un dato da tenere conto, nonostante le tempeste in arrivo. Significativo il +26% di esportazioni di prodotti italiani in Russia, quando già c’erano le prime tensioni. Se avessimo mantenuto in questi 30 anni l’altro caposaldo, il mercato interno, e le aziende pubbliche, capaci di dare energia e semilavorati a prezzi calmierati, l’imprenditoria italiana non la fermava nessuno. Certo ,sono contro Confindustria, perché penso che molti industriali non vi si riconoscano, è antimoderna, non al passo con i tempi. Purtuttavia c’è un fervore industriale che lascia sperare in futuro, se non altro perché difendere quel poco di capitale industriale rimasto è estremamente importante per il Paese e per la stessa classe lavoratrice. Gli operai fronteggiano i padroni, non le fabbriche, quelle le difendono. Questa vivacità è altresì rispecchiata nei dati dell’indice di fiducia delle imprese usciti oggi, c’è un fisiologico calo, ma non un crollo, le aziende reggono, nonostante tutto. Se avessimo una classe politica che riuscisse a destreggiarsi meglio nella diplomazia la situazione sarebbe migliore. Si tratta di pensare all’interesse nazionale, simil Mattei, e non fare i cagnolini degli altrui imperialismi. Ne beneficeremmo tutti.