IL DOPPIO VOLTO DELLA FRANCIA

Stamane, alle 6:00, come suo solito, l’economista Guido Salerno Aletta ha pubblicato un post. L’ho ritenuto molto interessante a tal punto da con dividerlo sulla mia pagina telegram pianocontormercato. Il post è il seguente: “Qui, in Francia, Melenchon è riuscito a formare la Nuova Unione Popolare Ecologista e Sociale (NUPES). Esattamente come accadde alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, quando il Fronte Popolare pensò agli operai, alla setimana di 40 ore con le ferie pagate.
La Seconda Guerra con la Germania, avversata dalla Gran Bretagna, era un conflitto tra due Capitalismi, ributtanti entrambi. In Francia nessuno volle più combattere, come era accaduto nella Prima Guerra mondiale, quando furono in milioni a morire, per i rispettivi Padroni.
I Francesi non vedono nella guerra un rito sacrificale necessario, un immolarsi per essere popolo come accadde per i Russi nella Seconda guerra mondiale e già prima per gli Italiani nella Prima Guerra.
I Francesi sono popolo per la Rivoluzione fatta contro il Re, la Nobiltà feudale, la oppressione religiosa
Gli Italiani? Non so…”

Questo il post efficacissimo dell’economista siciliano. Senonché una signora (una ragazza?) mi manda in privato un commento allo scritto di Salerno Aletta, che reputo molto interessante. Anche questa volta iscritti alla pagina telegram partecipano attivamente alle discussioni e, dopo autorizzazione da parte sua, nel blog. Il blog non vuole esser mio, ultimamente scrivo di rado. Ho gran piacere ad ospitare interventi, per cui invito voi ad inviarli. Buona lettura.

Alex-X

“Buongiorno Pasquale,
e soprattutto buon sabato, che presumo per lei abbia un significato di riposo e raccoglimento diverso dal mio.

Le scrivo in privato riguardo al suo interessante post di Salerno Aletta, riportandole di seguito il mio modesto parere che non ero convinta di voler pubblicare nei commenti.

Le auguro un buon weekend e se ne avrà voglia, non esiti a darmi suo parere, anche apertamente negativo, su quanto da me condiviso con lei, perché mi darebbe in ogni caso il coraggio di proseguire nella mia ricerca ed elaborazione di vari argomenti, attraverso il confronto con persone come lei, che stimo pur, e a maggior ragione, nella loro diversità.

“I francesi sono stati comunque anche dei colonialisti sfruttatori e lo “scotto” dei loro soprusi viene pagato, ancora oggi, maggiormente nella grande Parigi, dove la banlieu intrisa di grave disagio sociale, macchia le loro “divise rivoluzionarie” di neppure tanto sommesso, razzismo.

L’affascinante movimento di rivota del passato, che è stata una questione prettamente borghese agìta invece esclusivamente all’interno della nazione, può essere letto come come vanto e come esempio (a livello europeo), ma a ben guardare ha avuto comunque anche delle prerogative non sempre coerenti con la vera libertà, laddove il pensiero unico era: “o con me o contro di me”, per arrivare a quel “io penso dunque sono” e pertanto comando, del moderno Ghota politico.

Questa è stata la loro forza, allora come adesso, una grande spinta degli intellettuali supportati dal popolo come braccio armato nei momenti chiave, salvo poi ritrovarsi ad essere passati dall’aristocrazia feudale materiale a quella del pensiero politico (paradossalmente l’odierna sinistra), dove le classi meno abbienti perdono il loro diritto all’”innalzamento”, perché costrette a restare nello pseudo beneficio di quel “minimo sindacale” garantito da chi ha concepito la rivoluzione per loro.

Detto ciò, gli italiani sono peggio, avendo perso anche quella sincerità esistenziale di popolo troppo eterogeneo e malamente assemblato, sopratutto da quando la nostra variegata classe politica si è voluta conformare agli esempi di ipocrisia di quella sinistra (di nome e di fatto) d’oltralpe pretendendo nella sua cialtroneria di averne la stessa finezza e arguzia, mentre noi, ormai, andiamo avanti solo a colpi di furbizia.”