Tra il 18 e il 20 maggio dovrebbe essere pubblicata la seconda edizione del mio libro Piano contro mercato, dopo i favori riscossi dalla prima edizione. Ora è in stampa, ci vorrà qualche giorno. Una volta pubblicato, il libro sarà disponibile presso Diest Distribuzioni (Diest Distribuzioni (diestlibri.com), acquistabile on line. Per il momento non ci sarà l’ebook, si vedrà in seguito. Nel libro racconto di Cina, Usa, Europa per raccontare chi eravamo noi, la nostra storia gloriosa passata. Mi farebbe piacere se commentasse su questa pagina l’introduzione al libro. Buona lettura.
Introduzione alla seconda edizione
Questa è la seconda edizione del libro “Piano contro Mercato”. Vorrei raccontare le sinergie storiche tra il nostro Paese e
la Cina, l’Italia della Prima Repubblica e la Cina di Xi. Nel corso
degli ultimi due anni alcune tesi hanno trovato conferma, altre
sono in fieri, ma il processo va avanti. Mentre noi smantellavamo i pilastri della Prima Repubblica, in primis i colossi pubblici
e il Welfare, i cinesi li edificavano. Il libro, come raccontato,
prende spunto da un concetto benjaminiano che trovai nel libro
“Parigi Capitale del XIX° secolo”. Questo libro è un’avventura.
Alla fine degli anni novanta era introvabile. Ne parlai con una
zia di mia moglie che viveva a Roma, napoletana, un cuore
grande di donna e molto spiritosa, come tutti i napoletani. Lei si
fece in quattro per cercarlo, girò tutta Roma ed infine lo trovò.
Lo lessi, il concetto era “Hausmanizzazione e lotta di barricata”,
hausmanizzazione dal barone architetto Hausmann che sventrò
i quartieri operai parigini in modo che non si organizzassero
più sommosse, appunto le lotte di barricata. Questo concetto
l’ho portato con me per anni, fino al libro, ed ancora oggi è
presente. Lo declinai da un punto di vista monetario, e da qui,
di classe. Siamo nel 2022, lo scenario appare lo stesso descritto
nella prima edizione del libro. Secondo la vulgata marxista, nel
corso degli ultimi 70 anni c’era la triade imperialista Usa-Europa-Giappone, che si spartivano le ricchezze mondiali attraverso
guerre imperialiste. Con l’ascesa di Mao nel 1949 arriva una no-
16
vità. Il suo Premier Chu En Lai ideò il “Quarto Polo” dei paesi
del terzo mondo, anche alternativo, dopo gli anni 50, all’Urss.
Il capo dell’esercito popolare di liberazione cinese Lin Biao fu
l’attuatore di questa tesi, tragicamente scomparso nei cieli mongoli nel 1971, probabilmente un attentato. L’idea fu bloccata
dopo la morte di Mao e il processo alla “Banda dei Quattro”,
che voleva proseguire la strategia terzomondista di Mao. Vinse
Deng, che nel 1978 si accordò con gli americani per fare arrivare
enormi investimenti industriali – cosa poi avvenuta – anche per
delocalizzare industrie americane che avevano a che fare con la
lotta di classe dei suoi operai in casa, e per allontanare definitivamente la Cina dall’Urss. Il “tradimento” di Deng lo possiamo
inquadrare solo dopo molti decenni. Forse lui aveva in mente
l’industrializzazione del suo paese per colpire meglio il nemico
americano, in seguito. Pensava che una popolazione poverissima
non potesse fronteggiare l’imperialismo. Questo tacito accordo
andò avanti per decenni, mentre gli americani avevano trasferito
tecnologia, managerialità e saperi scientifici ai cinesi. Il genio
cinese fu quello di avanzare nel salto tecnologico, da una parte
teneva a bada gli Usa attraverso l’acquisto del debito, dall’altra
si preparava allo scontro. I cinesi non ragionano per anni ma
per decenni, se non per secoli. Nel 2013 ascese Xi, che prese via
via tutti i poteri, lasciando intendere che la Cina non avrebbe
seguito il modello occidentale. Xi Ideò la Via della Seta, come
mezzo per staccare l’Ue dagli Usa e coprire l’eurasia. Le vicende
ucraine hanno fatto capire alla dirigenza cinese che gli europei,
o meglio, la sua classe dirigente, non è disposta a scontrarsi con
gli Usa, ci hanno provato negli ultimi anni senza risultati (vedi
la Via della Seta italiana abbandonata). Ora la notizia che l’asse
eurasiatico – Russia, Uzbekistan, Kazakhistan, ecc. – assieme
alla Cina stanno progettando una valuta comune ancorata alle
materie prime. Inoltre, secondo il Wsj, l’Arabia Saudita starebbe
considerando di vendere il suo petrolio alla Cina in yuan. Oltre
a ciò, India e Russia si sono accordati per gli scambi in ruplie
e rubli avendo come intermediario lo yuan. Nel libro “Piano
contro Mercato”, alla luce della Via della Seta, sostenevo che
vi era uno scontro tra asset inflation occidentale e “lotta di
barricata” da parte dei cinesi attraverso la Pboc, la loro banca
centrale. Questa “lotta di barricata” sta accelerando in maniera
impressionante con le notizie appena riportate. La “lotta di
barricata” del “Quarto Polo” si sposta dunque nel lato monetario e finanziario, con sconvolgimenti mondiali. Un processo
da tenere in mente per vedere gli sviluppi ucraini, il cui fuoco è
stato appiccato dagli occidentali proprio per questi motivi, non
vogliono rinunciare al privilegio finanziario dell’asset inflation,
che tra l’altro non garantisce benessere alle loro stesse popolazioni, come ben sappiamo noi italiani da decenni.
Sia la prima che la seconda edizione del libro sono state riviste
dalla diciannovenne salernitana Chiara Anderlini, che ringrazio
finalmente nella seconda edizione. Vedere giovanissime appassionate di correzione bozze è stata per me una sorpresa. Chissà magari
se il libro venisse attenzionato all’estero, punterei per la traduzione
ancora su Chiara. Sarei felice io e sarebbe felice lei.