E’ domenica, vedo un po’ di notizie. Mi arriva un messaggio, E’ Stefano di San Nicola Arcella, provincia di Cosenza. Lo chiamo e incominciamo a parlare. Lui ha due locali, un ristorante rinomato e una paninoteca (con altri soci). Gli chiedo come è andata la stagione. Questo il suo racconto: “ottima, è stata una bellissima stagione, spesso siamo stati costretti a mandare via centinaia di clienti, si è lavorato benissimo a giugno con gli stranieri che sono venuti dopo due anni in massa, poi fino a metà luglio. Una pausa di 10 giorni e poi un boom che non si era mai visto ad agosto. La paninoteca invece ha fatto una media di 500 persone a sera, una roba incredibile. Abbiamo incassato, ciò non significa guadagnato. Ho parlato con i miei colleghi, il cuneo fiscale è troppo alto, siamo stati costretti ad assumere part time i ragazzi, fosse per noi li avremmo assunti full time così si pagano gli studi o vanno avanti per l’inverno con la disoccupazione. Ma i costi sono troppo alti. Non è solo il cuneo fiscale, quanto i tributi locali (Imu, Tari, Tarsu ecc.) con le aliquote ai massimi. I comuni sono senza soldi e dunque si rivalgono su di noi. C’è troppa pressione fiscale, il settore turismo è massacrato, quasi che lo si voglia, visto che è il vero tesoro italiano, venderlo alle multinazionali estere (vedi concessioni balneari). C’è stata la pandemia, il nostro settore è stato oggetto di normative assurde, greenpass, distanziamento, ecc. così ho deciso, in questi due anni, di tenere i locali chiusi nell’autunno inverno. Il mio ristorante ha un ampio giardino, così sono riuscito a lavorare. Dentro ci sono 65 posti ma se le regole rimarranno queste chiudo, vado in perdita, non conviene”. Mi chiede come è andata dalle mie parti, sono in Campania. Gli dico che l’altro giorno un artigiano che ha una lavanderia e che serve la costiera amalfitana ha dichiarato che essa sarà piena fino a fine ottobre. Quanto a Napoli, la settimana scorsa ho letto Il Mattino, si prevede un flusso continuo fino a fine dicembre. Lui mi dice che ha visto tanti americani ” certo, con il dollaro a sto livello”, fa lui. Mi sovviene la sua riflessione sui tributi locali. Nel mio libro Piano contro mercato è pubblicato un saggio sulla sanità. Parlo del federalismo fiscale deciso dal centrosinistra, in risposta alla Lega, a metà anni novanta, e rafforzato dal centrodestra ad inizi duemila. L’austerità degli ultimi 30 anni ha portato a tagli agli enti locali e alla sanità. Le regioni, per riparare, e gli stessi comuni, hanno portato al massimo le aliquote, specie al sud, dove le aziende non sono così diffuse e forti come al nord. Dunque il sud ha pagato due volte, uccidendo la microimprenditoria e quel che rimane non garantendo contratti full time ai lavoratori, o rifugiandosi in nero. Un massacro perpetrato negli ultimi 30 anni che grida vendetta. Ecco, Stefano mi ha fatto venire in mente il mio scritto del 2002. L’augurio è che gli italiani prendano coscienza dei meccanismi di prelievo fiscale, e che ci sia un’alleanza tattica tra lavoratori e piccole imprese. Mesi fa ho dato conto su questo blog che la Cina ha stanziato decine di miliardi di euro a favore della microimprenditoria, imitando il modello italiano di tanti anni fa. Stefano dice che il turismo è un tesoro da tutelare, per farlo occorre tutelare la piccola impresa del settore, che offre cordialità, buon cibo, affabilità e cortesia.