Ebbene si, dopo la crescita del 3% del PIL, dopo l’ aumento spettacolare della produttività Usa del 3%, dopo il cosiddetto boom occupazionale americano, la crescita dei salari Usa, prevista di uno già striminzito 0.2%, a ottobre è salita di uno spettacolare 0.0%. Il tasso di partecipazione al lavoro è calato dal 63.8% al 62%. Qui quelli che crescono, il vero boom americano, è quello che Marx chiamava i ” lazzari” della forza lavoro. Così in UE e in Italia. In occidente siamo tutti lazzari.
Autore: Pasquale Cicalese
Negli Stati Uniti nel terzo trimestre la produttività del lavoro è aumentata del 3%, il costo del lavoro dello 0.5%. NEl secondo trimestre il rapporto è stato rispettivamente 1.5% e 0.3%. Nel giro di poco tempo il capitale in usa si è mangiato 3.7% di guadagni da lavoro mentre la crescita dei salari e’ al di sotto della stessa inflazione. Ford previde che se i guadagni di produttivita’ non venivano distribuitii al lavoro anche con riduzione di orari ci sarebbe stato il collasso della domanda. Al momento va il debito credito al consumo…
L’ Italia e’ sotto attacco dei paesi del nord Europa perche’ da’ fastidio. Soprattutto paga I debiti. Dal Bollettino economico di bankitalia di oggi sappiamo che la posizione debitoria estera e’ pari all’ 8.5% del pil, un niente, ben 14 punti in meno rispetto al 2014:e questo grazie al saldo positivo delle partite correnti, pari a 2.7%. In confronto la spagna ha una posizione debitoria estera pari all 85% del suo pil. Ecco perche’ l’ Italia da’ fastidio.
Il sole 24 ore di oggi cita una ricerca del Politecnico di Milano secondo la quale su un campione di aziende che hanno effettuato investimenti in macchinari e nuove tecnologie Il costo del lavoro tra Il 2010 e Il 2015 e’ aumentato del 10% mentre la produttivita’ e’ aumentata del 25%, da 73,200 euro a 92,200 euro per addetto. Nelle imprese che non hanno fatto investimenti la crescita do salari e produttivita’ e’ pari a zero. Si tenga conto che da 35 anni le imprese in generale non effettuano investimenti.
Parafrasando «Quelo» «C’e’ Grossa Ripresa». Vendite al dettaglio italia agosto mese su mese -0.3% contro previsione +0.2%. Annuale -0.5%. Riviste al ribasso le vendite luglio -0.4% annuale. GROSSA Ripresa in Italia.
Germania vendite al dettaglio
Ma se in Germania c’e’ la piena occupazione com’e’ che le vendite al dettaglio in agosto mese su mese calano dello 0.4%, dopo essere calate dello 0.6% a luglio? Misteri, ma non tanto.., dell’economia tedesca.
Insistere sull’export, anche per quanto riguarda l’Italia, sembra di scarsa utilità: non solo il suo contributo alla crescita è pari a zero, ma da anni si registra un deflusso netto di risorse finanziarie, con un aumento degli investimenti di portafoglio italiani all’estero e dei disinvestimenti dall’estero che supera per dimensione lo stesso attivo commerciale: la politica dei bassi tassi di interesse induce ad investire su altri mercati. La crescita ne soffre pesantemente.
D’altra parte, non si è neppure conseguita la dinamica inflazionistica tanto attesa dalla Bce, tutta fondata sulla svalutazione dell’euro e sul conseguente aumento dei costi all’importazione. Si assiste invece al paradosso di un’area monetaria, già strutturalmente in attivo sul piano del commercio internazionale, che tenta di risolvere i suoi problemi interni di crescita e di stabilità dei prezzi attraverso una politica monetaria volta ancora a svalutare la propria divisa. Anziché concorrere alla eliminazione degli squilibri internazionali, esportiamo le contraddizioni interne all’area: il tasso di cambio dell’euro che pareggerebbe i conti esteri della Germania è incompatibile con quello che servirebbe al resto dell’Eurozona. Anziché puntare ad una inflazione interna da domanda nei Paesi eccedentari, da anni si ricerca invano quella che verrebbe determinata da un aumento generalizzato dei costi all’importazione, aggravando i problemi dei nostri principali partner commerciali.
Con la finanziaria 2017 Il governo presentava Il piano Industry 4.0, diversi miliardi da destinare alle imprese sotto forma di credito d’imposta per fare investimenti tecnologici e di macchinari. Oggi l’istat ha pubblicato I dati del pil del secondo trimestre: gli investimenti in mezzi di trasporto sono cresciuti su anno del 39%. E I macchinari? Sono diminuiti dello 0.8% su anno.. In pratica con industry 4.0 gli imprenditori hanno comprato Audi e Maserati come auto aziendale confermando che gli incentivi sono sostitutivi e non aggiuntivi di investimento.
Una cosa è certa: la Fed ammette che la crescita del pil americano è al di sotto del suo prodotto potenziale, stimatO all’incirca al 3,5%. Ora viaggia al 2%, praticamente niente, e così sarà per i prossimi anni, così come il livello di inflazione, che raggiungerà il 2% solo nel 2017 ( in eurozona nel 20120)-
Chiaro che fanno le guerre…